A cosa servono i Coach in Azienda?

Quando le aziende scelgono di affidarsi al coaching

Il coaching destinato alle organizzazioni può assumere diversi nomi: business coaching, coaching aziendale, corporate coaching – e può assumere la forma di un percorso individuale o di squadra, a seconda che gli obiettivi che si vogliono raggiungere riguardino la persona o il gruppo.

Per avere una visione chiara dello stato dell’arte del business coaching, e per capire in che direzione si sta muovendo questa disciplina, la American Management Association (AMA) ha commissionato uno studio a livello globale. Lo scopo della ricerca era di determinare il livello di popolarità del coaching nelle aziende, l’associazione con performance più elevate, la correlazione tra la performance dei manager che hanno seguito un percorso di coaching e le performance aziendali, la metodologia utilizzata per scegliere i coach – e altro ancora.

Anche ICF effettua regolarmente un’indagine completa sull’industria del coaching. Il Global Coaching Study è commissionato da ICF e condotto da PwC, ed esplora argomenti quali le dimensioni e le entrate del settore, il business e la pratica del coaching e le prospettive sulle tendenze del settore.

Come vengono usati i programmi di coaching nelle aziende?

Il sondaggio della AMA, condotto su più di 1000 dirigenti e manager, rivela a che obiettivo sono destinati i programmi di coaching nel mondo corporate:

1) Migliorare produttività e rendimento individuale

I risultati del sondaggio mostrano che, anche se lo sviluppo della leadership è tra le prime ragioni per cui si usa il coaching, lo scopo più diffuso è il miglioramento della performance individuali del dipendente.

Molti degli obiettivi citati si sovrappongono in parte; le organizzazioni non cercano di far crescere la leadership a fondo perduto, ma con l’intento di migliorare il rendimento dei manager e dell’azienda nella sua totalità.

Tra i benefici riportati dai manager e dipendenti che hanno seguito un percorso di business coaching si trovano:

  • Aumento della produttività;
  • Diminuzione dei costi di lavoro, dovuti ad un impiego efficiente del tempo e ad una aumentata chiarezza mentale nell’identificare obiettivi specifici e pianificare la strategia per raggiungerli;
  • Aumento dei profitti legato all’efficientamento dei processi di lavoro;
  • Diminuzione dei conflitti sul posto di lavoro.

2) Migliorare le performance dell’azienda

Circa il 56% degli intervistati riferisce di usare il coaching con l’intento di migliorare le performance dell’organizzazione.

Per quale motivo in un’azienda le performance del business hanno priorità inferiore a quelle dei singoli dipendenti?

Le ragioni principali sono due:

  • Il coaching è uno strumento indirizzato in primo luogo all’individuo, caratteristica che lo differenzia da altri strumenti di formazione e sviluppo come i training per competenze specifiche o i corsi in aula.
  • I risultati positivi legati al coaching iniziano a riflettersi a livello dell’intera organizzazione solo quando un certo numero di dipendenti ha intrapreso un percorso di coaching. In questo senso creare una cultura aziendale in cui l’utilizzo del coaching è supportato e incoraggiato dal top management è una condizione necessaria perché i benefici dello strumento si espandano in tutto il business.

3) Aumentare il coinvolgimento dei dipendenti

Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito ad un notevole sviluppo della psicologia positiva, definita come “lo studio scientifico di ciò che permette alle persone di funzionare al meglio e sentirsi realizzati e in uno stato di benessere” (Hall, 2005).

La psicologia positiva pone enfasi su ciò che funziona, su ciò che un individuo fa bene e su come possa farlo ancora meglio, invece di discutere di punti deboli e limiti.

I dipendenti a cui le aziende propongono percorsi di coaching sono spesso senior manager che stanno affrontando un momento impegnativo delle loro carriere per via di cambiamenti organizzativi o del mercato. Fare leva sui punti di forza di questi dirigenti, su ciò che li ha portati nella posizione di rilievo in cui si trovano, viene riconosciuto come più redditizio rispetto a concentrarsi sulle mancanze.

Non sorprende quindi che “aumentare il coinvolgimento dei dipendenti” ottenga un 41% di menzioni.

4) Migliorare la retention rate e il processo di recruitment

Il 38% degli intervistati riporta che le loro aziende utilizzano il coaching per migliorare la retention rate dei dipendenti (prendendo a riferimento un dato arco temporale, la retention rate è il rapporto percentuale tra il numero dei lavoratori presenti alla fine del periodo esaminato, al netto delle assunzioni durante tale periodo, e il numero dei lavoratori presenti all’inizio del periodo stesso: indica quindi la tendenza dei dipendenti a restare o ad abbandonare l’azienda).

Il 24% riferisce un uso legato all’ottimizzazione del processo di recruiting.

I dipendenti danno sempre più valore alla possibilità di crescita e sviluppo professionale offerte da un datore di lavoro. Il coaching diventa quindi un benefit importante da offrire ai propri lavoratori, un valore aggiunto che può essere usato sia per mantenere il livello di coinvolgimento e soddisfazione dei dipendenti, sia per attirare in azienda le risorse migliori.

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